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Social e arte

Se siete da anni sui social con il vostro contenuto artistico, avete dato tanto. Ad un fantastico mondo parallelo alla realtà. Un parallelismo dinamico che va sempre più velocemente convergendosi e sovrapponendosi alla realtà. Una dimensione che attraverso i like ci fa sentire meno soli e spesso ci gratifica in modo sproporzionato e finto rispetto alla verità. Ma se la distanza fra la verità e il resto diviene sempre più piccola, il rischio può diventare che una differenza consapevole non esista più. La vetrina dell'arte sui social è infinita e ci offre tantissime informazioni. Sia istruttive che fastidiose. Chi è contemporaneo e pubblica la propria arte fa parte del colore stesso e della decorazione gratuita dei social. È una valida promozione della propria esistenza. L'unica, ormai. Non andiamo più a presentarci nelle gallerie con la cartelletta di lavori fisici. Ci presentiamo sui social. Costruiamo anche la nostra storia perché creiamo documentari e storie dei nostri eventi. Guardiamo anche le vetrine degli altri e pensiamo che in fondo queste operazioni ci possano portare a varie sorprese come le conversioni in vendite o in ingaggi. Oggi rifletto su tutto questo perché da qualche giorno mi hanno disabilitato in due social e ho perso 20K di contatti. È stato un trauma. Non avrei creduto di poterlo superare come invece ho fatto. Senza rinunciare all'abitudine che per sedici anni ho coltivato, perché di social ne ho altri e posso colmare il vuoto "disabilitato in modo permanente". Il futuro sarà pieno di nuovi social e anche la mia vita non sarà disabilitata. Ma cosa è successo? Mi hanno rubato le credenziali di accesso e hanno cambiato la password. Semplice semplicissimo. Con il mio account hanno pubblicato contenuti osceni e quindi sono stata chiusa io. Senza speranza visto che i ricorsi non sono serviti. Perdere tempo è stato molto frustrante. Poi mi sono fatta una domanda molto importante per me: È stato giusto condividere i miei contenuti artistici per anni e avere perso la proprietà? Senza possibilità di rimedio? No. Eppure, non me ne ero mai resa conto. Userò i social rimasti perché il distacco sia un po' meno spiazzante. Li userò con la consapevolezza di proteggere la mia cifra artistica e la mia produzione. Condivido serenamente questa esperienza come una lettera da una sparita dai social.

Alessandra Bisi- ACID FLOWERS-
Alessandra Bisi- ACID FLOWERS-

 
 
 

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